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La festa patronale di S. Agata

La comunità dell’Unità Pastorale ha solennemente festeggiato la patrona S. Agata. L’ha fatto prima di tutto con un momento di catechesi con l’arte sabato 4 febbraio. Protagonista la splendida narrazione della storia di Agata, che Giulio Campi ha affrescato nel 1537 nell’area del presbiterio.

A guidare nella lettura dei dipinti la prof.sa Mariella Morandi, che ne ha illustrato la genesi, anche grazie al confronto con i disegni preparatori, le peculiarità e ne ha sottolineato in particolare il desiderio di rendere attuali le scene della vita della santa a chi le guarda. I molti ritratti presenti nei riquadri infatti sembrano suggerire che non c’è soluzione di continuità tra i fatti narrati e chi guarda i dipinti: il pittore ha anche “sfondato” le pareti del presbiterio per togliere ogni cesura. Questo invito a prendere parte alla scena, a non relegarla semplicemente in un passato da celebrare è stata ribadita anche da don Luigi che, a partire dall’etimologia del termine martire (testimone con valore semantico legato ai termini della memoria). ha proposto una riflessione sul ruolo generativo della testimonianza, che permette a chi l’ascolta di uscire dall’indifferenza e a lavorare facendosi carico di ciò che il testimone consegna. Il momento di catechesi è stato arricchito dalla visione dei preziosi codici custoditi dalla parrocchia di S. Agata; in particolare i presenti hanno potuto ammirare una miniatura che rappresenta la santa contenuta in un Kyriale del 1452.

Durante la visione degli affreschi, alcuni cantori della Schola cantorum hanno eseguito l’antifona Stans beata Agatha musicata da Federico Caudana nel 1922.

Domenica 5 febbraio il vescovo emerito Dante ha presieduto l’eucaristia solenne: nell’omelia, rifacendosi al passo del vangelo di Matteo in cui Gesù paragona i discepoli alla luce e al sale, ha additato Agata come modello per vivere da figli della luce. Agata infatti dona la sua vita non solo nel martirio, ma anche nella scelta della verginità come testimonianza di Gesù quale bene supremo della vita. La sua è proprio la sapienza della croce di cui parla la Lettera ai Corinti (seconda lettura della liturgia), sapienza che chiede anche a noi di fare scelte vere e profonde, che possano rendere manifesto il criterio su cui fondiamo la nostra vita, anche a costo di subire l’incomprensione.

Ottima la prova della Schola cantorum nell’offrire, come in altre occasioni, un’animazione qualificata alla celebrazione, sostenendo anche il canto dell’assemblea numerosa e partecipe.

Bambini e ragazzi del gruppo Elia (primo anno del percorso di iniziazione cristiana) si sono fermati per approfondire la storia di Agata grazie alle scene affrescate e a quelle dipinte sulla tavola lignea.