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Prime comunioni a s. Agostino

di Fabio Faverzani

Per quanto costretti dall’attuale situazione pandemica a rivedere i calendari e a trovare nuove modalità di partecipazione alla vita in oratorio, le iniziative parrocchiali non si arrestano. Domenica 9 maggio, alla Messa delle ore 10, presso la chiesa di S. Agostino, si è tenuto un importante momento di crescita cristiana per il gruppo di IV elementare, che già si è incontrato, pochi mesi fa, per il Sacramento del Perdono. I piccoli erano attesi, questa volta, per la Prima Comunione, celebrata da don Irvano e da don Mario. Nove i comunicandi, accompagnati dai catechisti Francesca e Fabio: Viola, Ludovica, Ettore, Sergio, Tommaso, Ilaria, Filippo, Carlo e Matteo.

Tale importante tappa è stata preceduta da tre giorni di apposita preparazione, insieme a don Luigi. Si è riflettuto sul senso della partecipazione alla mensa eucaristica: un’occasione di festa, come il pranzo domenicale con nonni, zii e altri parenti, che amano raccontare le storie della propria giovinezza. Anche Gesù invita i fedeli a rievocare, tutti insieme, una storia: il passo evangelico dell’Ultima Cena. Un racconto ormai più che noto, ma sempre piacevole da riascoltare, perché porta con sé un buon annuncio: Gesù è morto ed è risorto per la nostra salvezza. A seguire, si è ragionato sull’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Quattro i gesti di Cristo, su cui ci si è concentrati: prendere il pane, rendere grazie, spezzarlo e distribuirlo; gli stessi compiuti proprio nel corso dell’Ultima Cena e anche alla presenza dei discepoli di Emmaus. Il poco che ognuno di noi è in grado di offrire (a imitazione del giovane, che ha messo a disposizione la propria cesta, con cinque pani e due pesci) diventa molto, a patto di rinunciare all’egocentrismo, in favore della logica di condivisione di Dio.

I giovanissimi comunicandi e le loro famiglie hanno avuto modo, così, di accostarsi al rito eucaristico domenicale con entusiasmo e consapevolezza. Nel corso dell’omelia, il celebrante, don Irvano, ha ricordato come l’amicizia con Dio non sia tanto dettata dalla simpatia, quanto dall’intimità: l’amore di Dio integra le differenze e dà frutto, così come, in famiglia, ci si vuole bene, al di là degli inevitabili difetti e delle reciproche mancanze. “Se ci sentiamo male e abbiamo bisogno delle indicazioni di un esperto, che sappia curarci, a chi ricorriamo? Al medico, naturalmente. Allo stesso modo, ci rivolgeremo a un esperto per costruire una nuova casa: a un architetto, a un ingegnere, a un arredatore … E chi sono gli esperti dell’amore? Non occorre cercarli tanto lontano: ce li avete in casa. Sono i vostri genitori!”. Al termine della Messa, a tutti i bambini è stato fatto dono di una Bibbia, con la dedica da parte dei catechisti Francesca e Fabio Faverzani e l’augurio che le Scritture possano sempre accompagnarli, nel corso del loro cammino di fede.