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S. Agata, donna radicale

Mercoledì 5 febbraio e domenica 9 la festa patronale della santa nella chiesa a lei dedicata.

Continua ad affascinare la figura di S. Agata, così lontana nel tempo eppure così presente con il suo esempio luminoso di fede. La santa è invocata innanzitutto come protettrice delle donne colpite da tumore al seno: la nutrita partecipazioni dei soci dell’Associazione APOM il 5 febbraio, giorno della memoria liturgica della santa, ne è testimonianza eloquente. La celebrazione dell’eucaristia, animata con grande cura dal coro Polifonico, è stata l’occasione per ricordare che l’esperienza di Agata, visitata da s. Pietro in carcere che le porta il medicamento per le ferite e il conforto della fede, è riservata anche a noi: il Signore non smette infatti di far sentire la sua consolazione e la sua misericordia.

Domenica 9 febbraio, durante l’eucaristia delle 10.00, il vescovo di origine cremonese dom Carmelo Scampa ha tratteggiato con vigore la figura del martire/testimone. Uomo del rischio, che abbraccia la verità nella sua totalità, uomo della profondità della fede e della convinzione personale, il martire non è l’uomo dell’odio, nè dell’ipocrisia, delle convenienze e del pragmatismo. Il cammino che Agata ha percorso è proposto anche noi, per essere veri discepoli e testimoni:

  • si diventa testimoni se si vive il Vangelo integralmente (nella liturgia della domenica Paolo esorta i corinzi a mantenere l’annuncio che hanno ricevuto);
  • non si può stare in superficie, occorre scendere in acque profonde, essere radicali;
  • occorre non avere paura di niente e di nessuno;
  • è necessario farsi carico degli altri (nel vangelo Gesù chiama ad essere “pescatori di uomini”)
  • bisogna lasciarsi purificare da Dio (come ha sperimentato Isaia nel momento della sua chiamata ad essere profeta);
  • è importante rimanere aperti ai disegni di Dio;
  • occorre la bontà (è il significato letterale del nome Agata): misericordia e benevolenza sono segni eloquenti del discepolo.

Il vescovo Carmelo ha concluso la sua omelia ricordando poi che è nell’Eucaristia che ogni settimana troviamo la forza della conversione e della sequela e dove impariamo ad essere corpo spezzato e sangue versato.

Il freddo della chiesa e la domenica piovosa non ha scoraggiato la comunità, che ha partecipato con gioia, benchè non particolarmente numerosa, alla solenne celebrazione. A impreziosire la festa patronale la tradizionale esposizione della reliquia della santa nell’elegante reliquiario settecentesco appena restaurato e pulito.