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Ragione che cerca, fede che accoglie

Domenica 12 gennaio la festa patronale di S. Ilario con la presenza del vescovo emerito Dante Lafranconi

Inizia con il suggestivo inno al santo patrono – cantato dalla schola cantorum dell’unità pastorale – la celebrazione di domenica 12 gennaio: le parole ricercate del canto ricordano che s. Ilario ha lottato duramente per riaffermare la divinità di Cristo, senza temere nemmeno le minacce del potere imperiale, e rimane per tutta la Chiesa e per la nostra comunità “gran pastore” che ci guida verso Gesù, Verbo del Padre, “del cui mistero fosti luminoso assertore”.

Calda e vibrante è stata anche l’omelia del vescovo Dante che ha ricordato il primo incontro tra i discepoli e Gesù così come raccontato nel vangelo di Giovanni: Gesù smette di essere semplicemente il “figlio di Giuseppe”, perchè viene riconosciuto come figlio di Dio. Questa sorpresa, che suscita l’interesse e la sequela, è necessario anche per noi, discepoli di oggi; ed è questa la cifra più autentica dell’atteggiamento di fede, capace di coniugare convinzione profonda a ricerca umile e costante, senza presumere di conoscere già tutto.

La comunità riunita – ha proseguito il vescovo Dante – è sulle tracce di Gesù con la stessa curiosità, ma anche con l’impegno grave di riconoscere l’unicità del Signore, il figlio amato di cui parla il vangelo del suo Battesimo proclamato durante la celebrazione. Il Concilio di Nicea, esattamente 1700 anni fa, ha messo sul binario giusto la Chiesa affermando la divino-umanità di Gesù e continua a sollecitare i cristiani di ogni tempo a coniugare la ragione che cerca con la fede che accoglie. Una fede che deve mantenere sempre vivo il dialogo con la cultura contemporanea per non scadere nel fideismo o in formalismo religioso e sempre attenta alle istanze della ragione.

Buona la partecipazione della comunità dell’unità pastorale, pregevole il servizio dei ministranti: una celebrazione dal clima familiare!

In un clima ugualmente festoso e familiare la giornata si è chiusa con la tombolata in oratorio: un piccolo mosaico di età diverse che rivela il volto più bello della nostra comunità.