“Il Signore non ha smesso di parlare con noi, anzi, continua a farlo in mille modi diversi! Avrà una parola per voi ogni giorno della vostra vita. Voi, dunque, ponetevi in ascolto. Appena svegli, dite al Signore: Parla”. Questo è l’accorato invito che il vescovo Antonio ha rivolto, nel corso dell’omelia, ai 28 ragazzi che, di lì a pochi minuti, sarebbero stati unti, nella celebrazione della Cresima, presso la chiesa di S. Agostino, alle ore 9.30 del 23 maggio: un giorno di festa per tutti, cresimandi, madrine e padrini, parenti e amici; un rito reso ulteriormente significativo dalla sua coincidenza con la domenica di Pentecoste.
Le parole del vescovo si riferiscono a quanto proclamato nel passo, tratto dal Vangelo secondo Giovanni: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”. Un motivo di riflessione è giunto poi dalla Prima Lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli: “Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. Si tratta di un passaggio, come ha suggerito il vescovo Antonio, che si può leggere in continuità con l’episodio della torre di Babele: allora gli uomini sembravano voler dire a Dio: “Visto, Signore, quanto siamo arrivati in alto, senza di te?”, salvo poi non riuscire più a intendersi, in quanto Dio ne ha confuso le lingue, generando in loro un grande smarrimento e turbamento; qui invece gli apostoli si scoprono in grado di farsi capire dalla folla, parlando nella lingua nativa di ognuno dei presenti. Qual è questo linguaggio universale, “insegnato” agli apostoli dallo Spirito? Si tratta dell’amore, risponde il vescovo. Laddove c’è carità, abbonda la concordia: si parla un medesimo linguaggio.
Commosso l’intervento di madre Victoria, che ha presentato al vescovo i cresimandi e che ha accompagnato la classe, in qualità di catechista, dalla prima elementare, in un percorso che, fra i vari appuntamenti, ha previsto il ricordo delle promesse battesimali, la tappa della prima Confessione, quella della prima Comunione e, infine, quella della Cresima. Ha visto crescere questi nostri giovanissimi parrocchiani, volendo bene a ognuno di loro. “Sono bravi ragazzi, eccellenza”, ha assicurato al vescovo; “E si vede!”, è stato il sincero commento da parte del presule.
A fine celebrazione, madre Victoria ha offerto ai ragazzi un paio di doni, con i quali simbolicamente accompagnarli nel loro futuro cammino di fede. Si tratta di un piccolo “messaggio in bottiglia”, che riporta un estratto dalle Sacre Scritture, e di un bracciale, sul quale è impressa una famosa frase di S. Giovanni Paolo II: “Prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro”. Un appello importante, in linea con ciò che don Irvano, che ha concelebrato insieme a don Mario, ha ricordato ai ragazzi, in chiusura della S. Messa: “Sbrigliate i vostri desideri, lasciatene andare le redini, ma che siano desideri profondi e belli”, desideri mossi dallo Spirito.
In preparazione al momento della S. Cresima, il gruppo si era incontrato in chiesa nei tre giorni precedenti. Giovedì 20 ci si era dati appuntamento con don Davide Schiavon, per ragionare insieme sui sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timor di Dio. Come li si può spendere e vivere, nella propria esperienza quotidiana, forti del “Sì” accordato alla Sua azione salvifica, con la partecipazione al Sacramento della Confermazione? Venerdì 21 appuntamento, invece, con don Luigi, per definire i dettagli della S. Messa che sarebbe stata celebrata di lì a un paio di giorni. Infine, sabato 22, le Confessioni dei ragazzi con i preti dell’unità parrocchiale. In quest’ultima occasione, don Luigi ha condiviso con i cresimandi ancora un paio di spunti. Chi asseconda il proprio egoismo finisce per incamminarsi lungo sentieri mortiferi, mentre chi lascia agire lo Spirito Santo vede aprirsi, di fronte a sé, la via della vita.
Un sincero augurio, dunque, alle ragazze e ai ragazzi cresimati, perché sappiano sempre seguire le strade indicate dallo Spirito e perché trovino, nelle proprie madrine, nei propri padrini e in tutta la comunità parrocchiale, esempi di uomini e donne che si lasciano illuminare dalla Sapienza del Vangelo.