di Sara Nolli
Ed eccoci di ritorno a Cremona. Sette giorni sono volati via veloci, e ora, abbandonata la frenesia di situazioni ed emozioni, è arrivato il momento di tirare le somme del nostro campo a Falcade.
Saliti sul pullman del ritorno, imbottigliati nel traffico del sabato pomeriggio, in ogni modo abbiamo cercato di vivere in spensieratezza gli ultimi momenti insieme di una vacanza che ci ha uniti ventiquattr’ore su ventiquattro, dimostrando quanto l’esperienza vissuta fosse stata per noi forte e difficile da lasciare.
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Il nome e il tema del campo, Fratelli tutti, dal nome dell’enciclica di papa Francesco, descrivono perfettamente l’affiatamento che si è creato tra noi partecipanti all’esperienza: abbiamo condiviso le attività, i giochi, le gite, i pasti, le camere, gli spazi, le preghiere, le messe, i divertimenti, gli scherzi, le gioie, i problemi, le difficoltà, le emozioni… insomma ogni istante. Un’avventura totalizzante, si potrebbe definire.
E con la mia testimonianza non faccio altro che confermare quanto questa fraternità sia stata potente: ho iniziato la settimana con un fratello, e quando ho dovuto salutarlo perché entrava in ospedale, ne ho trovati intorno a me tanti altri. Tanti altri che mi hanno aiutato, tanti altri che ci hanno fatto sentire la propria vicinanza, tanti altri che si sono sorbiti i miei sfoghi, e tanti altri che semplicemente hanno condiviso le proprie giornate con me, come una famiglia.
Essere fratelli è difficile, fonte infinita di incomprensioni e litigi, ma si rivela un legame indissolubile e profondissimo. Anche noi abbiamo passato una vacanza da fratelli, con tutte le disavventure e le gioie, che sono i due lati della medaglia nella fratellanza. Per questo considero un campo estivo un fondamentale tassello nella nostra crescita: ci ha consentito di vedere il «noi», che spesso viene nascosto dal solo «io». La fatica delle gite e la gioia del raggiungere le vette delle montagne ci hanno insegnato ad essere un gruppo tanto quanto i piccoli momenti quotidiani, dalla colazione da fare in fretta per il ritardo accumulato alle chiacchiere prima di dormire. Condividere tutto ci ha permesso anche di capire quanto ciò ci fosse mancato in questi tempi di pandemia, e di come sia fondamentale la socialità e la presenza degli affetti e degli amici.
Forse bisognerebbe essere tutti un po’ più fratelli nella vita: per imparare a far valere la propria opinione, per accendere la voglia della competizione, per restare sempre vigili, ma soprattutto per condividere, per confrontarsi, per proteggersi, per prendersi cura e sostenersi, per volersi bene.
Per non rendere l’articolo infinito mi astengo dal ringraziare tutti i partecipanti del campo singolarmente, ma ci tengo davvero che, letto questo ringraziamento, ognuno lo senta personalizzato e rivolto verso di sé. Grazie per questa esperienza unica!
NdR: non potevano mancare le grandi protagoniste di tutto il campo: le patate! Nascoste dietro l’ingannevole dicitura “contorno del giorno” si sono presentate in tutte le fogge che la moderna cucina contempli a riempire le nostre pance e a farci sorridere. Alessandro Anglois le ha pazientemente fotografare per noi.